Genetica

Nuova famiglia di biosensori nanotecnologici promette soluzioni rivoluzionarie nel campo della medicina e della salute.

Un sandwich di aptameri per la diagnosi precoce di tumori, cecità e artrosi

Una nuova famiglia di biosensori nanotecnologici, gli “aptasensori”,  promette soluzioni rivoluzionarie al servizio della medicina e della salute umana

Gli aptameri sono molecole di DNA in grado di catturare proteine in modo selettivo. Le potenzialità di questa particolare capacità sono molte: oltre che come farmaci, possono essere usate in ambito diagnostico per individuare proteine implicate in processi patologici. A circa 20 anni dalla scoperta del metodo SELEX (Systematic Evolution of Ligands by EXponential enrichment), che permette di selezionare gli aptameri più adatti a una specifica proteina, e, a 10 anni dalla loro introduzione in campo clinico, emerge un loro nuovo impiego che dà vita a una nuova generazione di biosensori: gli “aptasensori”, appunto, capaci di riconoscere simultaneamente la presenza di proteine diverse all’interno di fluidi biologici complessi, come ad esempio il sangue. Questo apre una nuova frontiera per la diagnostica precoce, con indiscutibili vantaggi, rispetto alle attuali tecnologie a riconoscimento anticorpale, in termini di robustezza, riproducibilità, riutilizzabilità ebasso costo.

Veneto Nanotech, in collaborazione con la professoressa Gatto del Dipartimento di Scienze del farmaco dell’Università di Padova, ha già sviluppato un primo prototipo di Sandwich Aptamer Microarray (SAM), che deve il suo nome alla sua capacità di “intrappolare” le proteine ricercate tra due aptameri (uno per fissarle sulla superficie del sensore e uno per rilevarle). Il prototipo è capace di riconoscere in modo simultaneo la trombina e il VEGF,coinvolto nello sviluppo di malattie a elevato impatto sociale come la cecità e la spondiloartropatia (SpA), una forma di artrosi particolarmente debilitante.

Questa nuova strategia di riconoscimento molecolare potrebbe costituire uno strumento efficace per identificare precocemente anche i tumori solidi, dal momento che il VEGF gioca un ruolo centrale nella loro crescita, nel loro sviluppo e nella loro metastatizzazione. La prosecuzione degli studi in questa direzione permetterà di diagnosticare precocemente (e quindi curare) tali malattie al loro insorgere, e anche di seguirne il decorso in seguito a trattamento farmacologico.

fonte: veneto nanotech