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Il benessere degli animali da macellazione

 

EFSA Focal Point 
 
 
Il benessere degli animali da macellazione
 
 
L’Efsa preparerà entro la fine del 2013 quattro pareri scientifici sugli indicatori e le procedure consone a monitorare il benessere degli animali nei macelli. L’esperta del Ministero della salute descrive la nuova legislazione europea che disciplina il settore.
 
Cinque domande sull’acido folico nel periodo peri-concezionale.
 
Acido folico e folati sono vitamine essenziali per tutte quelle cellule che vanno incontro a processi di differenziazione e rapida proliferazione, come ad esempio le cellule del sangue e le cellule embrionali. Una carenza di queste vitamine può determinare forme di anemia, e aumentare il rischio che il feto sviluppi gravi malformazioni congenite
1) International Associa-tion for Food Protection 2013 -European Sympo-sium on Food Safety 15-17 May 2013 Mar-seille, France.
 
2) 4th MoniQA Interna-tional Conference February 26 – March 1, 2013 Budapest, Hungary.
3) OIE Global conference on the responsible and prudent use of antimi-crobial agents for ani-mals – 13-15 March 2013, Paris , France.
 
Nello specchio della stampa
 
Breve rassegna degli articoli più significativi pubblicati su quotidiani e magazine nazionali e internazionali 

nell’ultimo mese sul tema della sicurezza alimentare
 
“Uno dei tanti aspetti che differenzia il nuovo quadro normativo dal precedente è che le strutture degli impianti di macellazione devono essere preventivamente approvate, anche per gli aspetti collegati al benessere degli animali, dalle autorità competenti”
 
Le regole da rispettare per il benessere degli animali da macellazione
 
Gaetana Ferri, Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, Ministero della salute
La protezione degli animali durante la macellazione è stata per la prima volta disciplinata nel 1974, perfezionata nel 1993 con la direttiva 93/119/CE, modificata quest’ultima nel corso degli anni. Da una parte gli studi scientifici che dimostrano come nuove metodiche di stordimento siano più efficaci e più rispettose del benessere animale, dall’altra l’aumentata sensibilità della società civile su tali tematiche, unitamente alla conseguente necessità di attribuire chiare respon-sabilità agli operatori del settore alimentare, hanno fatto sì che l’Unione europea aggiornasse la normativa con un regolamento comuni-tario.
Uno dei tanti aspetti che differenzia il nuovo quadro normativo dal precedente è che le strutture degli im-pianti di macellazione devono essere preventivamente approvate, anche per gli aspetti collegati al be-nessere degli animali, dalle autorità competenti. Il miglioramento delle strutture dedicate allo scarico, alla stabulazione, al trasferimento e all’immobilizzazione apporta un si-gnificativo miglioramento della qualità delle carni, della sicurezza dei lavoratori e della percezione che il consumatore sviluppa sui prodotti ottenuti da animali trattati nel rispetto delle migliori condizioni di benessere.
Gli operatori che gestiscono i macelli dovranno dovrà essere in possesso di un certificato di idoneità e do-vranno operare con coscienza adottando procedure operative standard, cioè pianificando in anticipo
l’abbattimento degli animali. Nel caso specifico dello stordimento, do-vranno tener conto delle raccoman-dazioni del fabbricante e di quanto stabilito nell’allegato I del regolamen-to dove vengono indicati tutti i para-metri fondamentali da seguire per una corretta pratica di stordimento. Inoltre, ai fini della valutazione dell’efficacia dello stordimento, gli animali saranno monitorati regolarmente attraverso l’utilizzo di indicatori capaci di valutare lo stato di coscienza e sensibilità e le eventuali azioni da adottare in caso di stordimento inadeguato. Gli impianti di macellazione, ad eccezione di quelli di piccole dimensioni, dovranno avere un responsabile del benessere animale con il compito di coordinare e seguire l’applicazione delle procedure in materia di benessere animale.
Il punto della situazione è stato fatto il 24 ottobre 2012, a Bruxelles in una conferenza sul tema, organizzata dalla Commissione europea, mentre il Ministero della salute in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per il benessere animale, in data 3 dicembre 2012, ha organizzato un evento informativo indirizzato ai servizi veterinari delle Regioni e provincie autonome e alle principali associazioni di categoria, al fine di illustrare il percorso formativo rivolto agli operatori del settore, la cui organizzazione è stata affidata al Centro di referenza per il benessere animale, istituito presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna.
EFSA Focal Point 
Argomento del mese: cinque domande sull’acido folico nel periodo peri-concezionale
Rispondono Pietro Carbone, Orietta Granata e Domenica Taruscio del Centro nazionale malattie rare dell’Iss
 
1. Che cos’è l’acido folico?
Acido folico (Af) e folati sono vitamine del gruppo B, noti con il nome di vitamina B9. È importante distinguere questi due termini in quanto i folati sono composti naturalmente presenti negli alimenti, mentre l’Af è la molecola di sintesi presente nei supplementi vitaminici.
2. Perché fa così bene?
Consolidate evidenze scientifiche dimostrano come la carenza di folati e Af rappresenti uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di alcune malformazioni congenite (Mc) e in particolare dei difetti del tubo neurale (Dtn), quali il mancato sviluppo del cervello (anencefalia) o l’estroflessione del midollo spinale (spina bifida). L’assunzione prima del concepimento di Af riduce fino al 70% il rischio che il feto sviluppi un Dtn. Tuttavia, spesso la donna nel primo mese di gestazione non sa di essere in gravidanza e purtroppo nel momento in cui ha il sospetto o la conferma di una gravidanza in corso, molte strutture embrionali, in particolare il tubo neurale, hanno concluso il loro sviluppo. Fin da questo momento, dunque, il fabbisogno materno di Af raddoppia, ragione per cui in associazione a un adeguato apporto alimentare, la donna deve assumere integratori contenenti Af.
3. Quali alimenti sono più ricchi di folati?
Questa vitamina, pur trovandosi in abbondanza nelle verdure a foglia verde (carciofi, broccoli, asparagi, spinaci, lattuga), nei legumi (fagioli, ceci) e in alcuni frutti (arance, fragole e frutta secca), ha una ridotta biodisponibilità. Le verdure fresche, conservate a temperatura ambiente, possono perdere fino al 70% del loro contenuto in folati in tre giorni, inoltre i folati sono idrosolubili e perdite considerevoli (fino al 95%) si verificano nei processi di cottura. Anche per questo sono indispensabili supplementi di Af, che viene assorbito quasi totalmente nell’intestino.
4. Quanto ne dobbiamo assumere?
È fondamentale che la donna inizi ad assumere 0,4 mg al giorno di Af dal momento in cui sta pianificando la gravidanza. Secondo la “Raccomandazione ufficiale per la prevenzione dei difetti congeniti” occorre intervenire almeno un mese prima del concepimento e per tutto il periodo in cui si sta cercando la gravidanza fino al terzo mese di gestazione. Per donne a rischio (con precedenti gravidanze con Dtn, aborti ripetuti, affette da diabete, celiachia o altre patologie da malassorbimento, o che assumono farmaci antiepilettici o antagonisti dell’Af), si raccomandata l’assunzione di un dosaggio
più alto, pari a 4-5 mg al giorno.
5. Quali sono invece gli alimenti fortificati con AF?
La fortificazione è il processo attraverso cui vengono aggiunti agli alimenti degli ulteriori nutrienti, generalmente minerali o vitamine. Alcuni alimenti sono fortificati con l’aggiunta di Af di sintesi durante il processo produttivo: cereali da colazione, biscotti, fette bi-scottate, succhi di frutta. Tuttavia se ne consiglia un uso moderato per evitare eccessi di assunzione di Af. Per contro, sussistono incertezze scientifiche sulla valutazione rischio-beneficio di una fortificazione generalizzata di ingredienti diffusi, come la farina di gra-no, per cui tale pratica non è stata adottata in Europa.
 
 
 La Raccoman-dazione della Ce prevede sia le ricerche per identificare Dna equino che quelle per i residui di fenilbutazone nelle carni equine (un farmaco antinfiammatorio ammesso esclusivamente per i cavalli non destinati alla produzione alimentare, come ad esempio i cavalli sportivi). L’Italia, tuttavia, pur confermando che rispetterà le indicazioni della Raccomandazione, non ha espresso il proprio parere favorevole – unico Paese tra i 27 – alla Raccomandazione. Considerata riduttiva perché
non accompagnata da misure dissuasive e preventive nei confronti delle frodi, come ad esempio il potenziamento dei controlli in tutti gli Stati membri.
 
Carne di cavallo: l’Efsa al fianco della Commissione europea. Per l’Italia, però, la Raccomandazione Ue è riduttiva.
Lo scandalo delle lasagne surgelate alla carne di cavallo, vera e propria frode commerciale, in quanto la pasta era etichettata come a base di carne bovina, ha ovviamente suscitato allarme tra i consumatori e l’annuncio da parte della Commissione europea (Ce) di indagini a tappeto sulla carne dei 27 Stati membri. L’Efsa – si legge sul sito web – mette a disposizione tutte le sue competenze nel fornire pareri.
 
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